Cinecittà

Cinecittà

Oggi, 28 aprile 2022, ricorre l’ottantacinquesimo anniversario dell’inaugurazione degli studi cinematografici di Cinecittà. In questo articolo vediamo insieme come sorsero.

Dopo la profonda crisi che interessò il panorama cinematografico italiano negli anni Venti del secolo scorso, il governo Mussolini mise in atto una serie di riforme a sostegno dell’industria filmica italiana.

In questo contesto si colloca l’incendio che distrusse l’impianto produttivo della Cines (una casa cinematografica italiana del tempo). L’imprenditore Carlo Roncoroni, amico di Luigi Freddi (intimo con Galeazzo Ciano, marito di Edda Mussolini e nominato direttore generale della cinematografia dal Duce), rilevò la Cines e i terreni su cui sorgevano i suoi teatri di posa.

Iniziarono, quindi, il 30 gennaio 1936, i lavori per la costruzione di Cinecittà e il 28 aprile dell’anno successivo Mussolini insieme a Giacomo Paulucci di Calboli inaugurò gli studios.

Da allora, fino all’Armistizio di Cassabile, furono girati là importanti film e il cinema italiano tornò a respirare, malgrado le censure e i film propagandistici controllati dal PNF.

Nel 1938, con la morte di Roncoroni, Cinecittà divenne un ente pubblico.

Dopo il 23 settembre 1943, però, la situazione cambiò e il cinema fascista si trasferì a Venezia. I nazisti presero il controllo di Cinecittà, imprigionando i civili rastrellati in attesa del trasferimento in altri campi di concentramento.

Quando le truppe del generale statunitense Mark Wayne Clark liberarono Roma, Freddi si dimesse dal suo incaricò e i tedeschi durante la fuga dagli studi rovinarono e/o trafugarono le attrezzature presenti.

Gli stabilimenti furono adattati dagli americani come centro di accoglienza per gli sfollati che avevano perso la casa durante i bombardamenti. Questi, per riscaldarsi, finirono per bruciare importanti documenti dell’archivio e costumi di scena.

Terminato il Secondo conflitto mondiale, la produzione non ripartì subito e venne formata una commissione che processò i registi considerati in precedenza troppo vicini al Regime, in alcuni casi allontanandoli dalle scene per sei mesi.

Il primo film a essere girato nel Secondo dopoguerra a Cinecittà fu Cuore del 1947 per la regia di Duilio Coletti e Vittorio De Sica, tratto dall’omonimo romanzo di Edmondo De Amicis.

L’anno successivo, venne girato per la prima volta presso i teatri di via Tuscolana un film americano, prodotto dalla 20th Century Fox e negli anni Cinquanta lo stabilimento divenne famoso in tutto il mondo, vivendo anni di splendore.

Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, Cinecittà iniziò a perdere, però, il suo primato nella scena internazionale, sia per il diffondersi del televisore, sia per la diminuzione delle produzioni colossal che contraddistinsero il periodo precedente, sia anche per la conseguente crisi che si trovò nuovamente ad attraversare il cinema italiano.

Negli anni seguenti ci furono altri incendi che distrussero parzialmente il patrimonio culturale e artistico degli studios e dopo un periodo in cui furono privatizzati, ritornarono sotto il controllo statale nel 2017.

Infine, è doveroso dire che nel tempo gli impianti di Cinecittà furono più volte adattati alle moderne tecnologie rimanendo sempre all’avanguardia.

Domenico Pio Rizzo

Domenico Pio Rizzo, giovane ed eclettico artista calabrese, si divide tra il mondo dell'editoria, il mondo del web e quello del videomaking. Nel maggio del 2020, dopo numerose avventure, lancia un sito web di matrice culturale, Culturaebuonemaniere.it. Ha pubblicato cinque libri, ricoprendo anche il ruolo di editore.